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Belladentro

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Belladentro, Roberta Tobbi
Mainstream, disagio sociale, anoressia
Versioni disponibili:
LIBRO a grandi caratteri, eBOOK
Libro:

160 pagine // 14,50 euro
eBook:

8,99 euro
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Disponibile anche in INGLESE (traduzione IBRIDA in attesa di correzione con ZEd Lab) GRATIS.
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IL LIBRO

Ho lottato per arrivare fino a me, sono ancora lontana, non so nemmeno se voglio arrivarci, mi basta provarci. Quello che conta davvero è il tentativo, la sua riuscita è un capitolo a parte che si scrive strada facendo. Ogni giorno faccio un passo avanti, con un occhio verso il futuro e l'altro rivolto al passato. Mi capita di arretrare, ma trovo il coraggio di chiedere aiuto. La guarigione è un gioco di equilibri, non lasciate che il vuoto minacci le vostre buone intenzioni. Tendete la mano, troverete qualcuno ad accogliervi. Provateci, provateci sempre.

Leggi lo "Spizz" o ascoltalo dal player sottostante

 

L'AUTORE
Sono nata alla fine degli anni ‘70, quando ancora scrivere significava sporcarsi le mani di inchiostro. Amavo le penne a sfera come le mie coetanee amavano i lucidalabbra, cambiavo penna in base agli stati d’animo: punta fine, media o grossa a seconda dell’incisività che volevo dare alle mie parole. Fu terribile passare dall’inchiostro al gel, perché il gel era discontinuo, mi abbandonava di punto in bianco e mi ritrovavo ammutolita davanti alla carta. Così, a 17 anni il mio ragazzo, oggi marito, mi creò una cartella sul suo pc: la chiamammo Roberta e da allora cominciai a raccontar di me, divenne il mio spazio privato, il mio studio, il tempo della riflessione, della memoria e della sofferenza. Il titolo da Roberta mutò in Belladentro, il nickname che scelsi per partecipare ai forum che frequentavo. Belladentro perché il virtuale mi permetteva di essere senza apparire. Belladentro mi ha dato la possibilità di scoprire e analizzare me stessa e la mia malattia: l’anoressia. Questa è la mia versione, la mia visione di un malessere che divora l’Io prima del corpo. Quando ho potuto scrivere la parola fine, ho completamente saltato la fase make up e mi sono ritrovata con gioia ad avere a che fare con pappe e pannolini. Così è ricominciata la mia vita, ritrovando la mia più completa femminilità nella maternità stessa, e oggi tra una bambola da vestire e pettinare, una casetta da disegnare, una fiaba da raccontare, trovo anche il tempo per darmi una sistematina veloce ai ricci ribelli.br>  

 

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