Oggi presentiamo il libro di Isabella Liberto, “Angeli di pietra” pubblicato dalla 0111 Edizioni il 30 settembre 2019 e finalista alla Seconda Edizione del Premio “1 Giallo x 1000”.

Trama del libro: Andrew Power, un adolescente di quindici anni, viene ritrovato in un bosco con due ali di pietra legate sulla schiena, una maschera sul volto e le gambe legate a un’asse di legno. Il ragazzo, ancora vivo e sotto shock, racconta di essere stato rapito e torturato. Il caso viene affidato ai detective Gabrielle Fallow e Ryan Ford, che indagano senza sosta per catturare il colpevole. Ben presto però altri “angeli di pietra” vengono ritrovati in diverse parti della città. Le vittime sono adolescenti accusati di aver commesso atti di bullismo nei confronti di alcuni compagni di scuola. I detective brancolano nel buio, addentrandosi in un mondo torbido, fatto di abusi. La loro lotta per la verità li condurrà in un luogo e a una scoperta che cambierà per sempre le loro vite, riportando alla luce verità sepolte da troppo tempo.

Allora Isabella, parliamo un po’ del tuo libro, spiegaci com’è nata l’idea per questa storia e svelaci alcune curiosità legate alla trama:

I temi del bullismo e del cyber bullismo mi stanno da sempre a cuore. Quando andavo a scuola mi è capitato di assistere a diversi comportamenti vessatori di alcuni ragazzi nei confronti dei propri compagni, e ogni volta mi hanno lasciata impietrita ma anche molto arrabbiata, perché purtroppo come spesso accade, sono situazioni in cui gli adulti – insegnati o genitori – sono assenti e i ragazzi hanno la possibilità di dare libero sfogo alla loro violenza, vessando coetanei più deboli che magari non sanno difendersi in modo adeguato.

L’idea di scrivere questo libro, quindi, nasce un po’ per rabbia – dato che l’impronta base della narrazione è fortemente provocatoria – ma anche per sperare di sensibilizzare i lettori su una tematica molto delicata di cui ancora oggi, purtroppo, non si discute abbastanza.

Hai dovuto lavorare molto per scriverlo, fare ricerche o informarti per questioni più tecniche?

La stesura del libro ha richiesto più tempo rispetto ai miei precedenti romanzi, per svariate ragioni. Avevo terminato una prima stesura verso la fine del 2017, e poi riprendendolo dopo oltre un anno, mi sono accorta che mancavano degli elementi per renderlo più completo e maturo, così ho aggiunto dei nuovi capitoli che hanno richiesto anche delle ricerche, sia giuridiche che psicologiche, avvalendomi anche degli studi eseguiti all’università. Ho chiesto consulenza anche a un amico psicoterapeuta, che in qualche modo mi ha fatto da “beta reader” leggendolo pochi giorni prima che lo inviassi alla casa editrice; appena mi ha dato il suo “ok”, spiegandomi che era tutto a posto e non necessitava di ulteriori interventi, ho tirato un sospiro di sollievo e ho inviato il tutto.

È stato un processo intenso, ma sono molto legata a questa storia.

L’idea del titolo com’è nata?

Mi piace sempre giocare con i titoli. Per me “l’angelo di pietra” è una figura dark, qualcosa che può fare anche paura, un “angelo” che non riesce a volare perché è troppo pesante, le sue ali sono di pietra e non riesce a spiccare il volo. I ragazzi che vessano il gruppo dei pari, ossia i “bulli”, cercano in tutti i modi di “tarpare le ali” agli altri, più deboli forse, ma che certamente riconoscono essere migliori di loro. Nel libro, chi ha deciso di “punire” i bulli, lo fa trasformandoli in angeli di pietra, ossia rendendoli incapaci di volare, perché se loro vogliono impedirlo ad altri, saranno i primi a provarlo sulla loro pelle.

Parliamo un attimo delle ambientazioni dei tuoi romanzi, se non sbaglio non viene mai specificata, anche se i nomi dei personaggi lasciano intendere chiaramente che non si tratta dell’Italia. Puoi spiegarci perché?

Sì esatto, io non fornisco mai un’ambientazione specifica per i miei libri. Molti lettori hanno detto spesso “America” o “Inghilterra” scrivendolo anche nelle recensioni, ma in realtà non è affatto così, appunto l’ambientazione è sempre totalmente fittizia. Questa è una cosa che è nata con il mio primo thriller “Anime di carta”, una storia che parla di stalking e violenza di genere. In quel caso è stata una decisione precisa non ambientare la storia in nessun luogo, per non dover parlare di leggi e forze dell’ordine italiane o di qualsiasi altro Paese, soprattutto perché il libro è molto provocatorio, e rischiavo di toccare corde sensibili; inoltre sono dell’opinione che problematiche sociali come stalking e femminicidi, riguardino tutto il mondo, e non solo alcuni Paesi specifici. Da lì, ho poi deciso di non ambientare le altre storie in nessun luogo, esattamente come il primo libro, lasciando la libertà al lettore di immaginare lo sfondo narrativo dove meglio crede (se è inventata la storia, che sia inventata anche l’ambientazione). I nomi idem, nel senso che non è detto siano “americani” o comunque “anglosassoni”, sono “internazionali” (in “Anime di carta” ci sono nomi come Lara, Samanta, Cristina e così via, che possono anche essere italiani, in fondo) e possono essere personaggi appartenenti a qualsiasi luogo. In “Angeli di pietra” ci sono diverse culture ad esempio, c’è un agente croato, una ragazza svedese, alcune persone di colore, altre orientali, ispaniche e indiane. Perché chiudere la storia in un luogo specifico? Che sia la fantasia del lettore a decidere.

Restiamo in tema di “provocazione”. I tuoi thriller hanno tutti questa vena comune: provocazione e vendetta. Si direbbe quasi che tu sia arrabbiata 🙂

Quando scrivo certe cose sì 😀 credo che la vendetta sia un sentimento che tutti noi, chi più chi meno, chi con un’intensità, chi con un’altra, proviamo (ed è inutile negarlo o prenderci in giro, magari non porteremo a termine la “vendetta”, ma la rabbia per un torto subìto, o una situazione che non possiamo cambiare, c’è e resta). Io ho deciso di affrontare tematiche delicate: stalking (sia al femminile che al maschile con “Anime di carta” e “La stanza 123”), femminicidio, bullismo e cyberbullismo, e parlare di questi problemi sociali non è facile, soprattutto quando hai assistito o subìto determinate cose. Come si fa a restare impassibili? Come si fa ad accettare che una denuncia per stalking passi inosservata e una persona rischi la propria vita per il malfunzionamento della macchina della giustizia? Se vediamo un ragazzino vessato, umiliato e picchiato, come si fa a non arrabbiarsi? Aggiungo la provocazione, certo, per spronare il lettore a riflettere e farsi le domande giuste, e aggiungo la vendetta, perché in un mondo più giusto, certi crimini verrebbero puniti e i colpevoli pagherebbero sul serio.

Ricordiamo ai nostri lettori che Isabella ha pubblicato altri romanzi con noi, di seguito elenchiamo i titoli, così che possiate trovarli facilmente.

Anime di carta

Il Roseto Nero di Alice De Ravin

La stanza 123 (Secondo classificato alla Prima Edizione del Premio “1 Giallo x 1000”)

Di seguito indichiamo alcuni link d’acquisto utili per reperire “Angeli di pietra”, sia in formato cartaceo che ebook, segnalando come sempre il nostro store online La banda del book che offre uno sconto sulla versione cartacea.

La Banda del book

Amazon

Ibs

Bene, cara Isabella, vuoi segnalarci dei contatti social in cui i nostri lettori possono seguirti e contattarti?

Certamente, sono reperibile su tutti i social, Facebook, Instagram, Twitter e Youtube, e se volete potete visitare anche il mio sito web personale.

Di seguito segnaliamo anche il link per il trailerbook di “Angeli di pietra

Ringraziamo Isabella Liberto per essere stata con noi e averci presentato il suo libro “Angeli di pietra“.

Per leggere un’anteprima di “Angeli di pietra”, clicca qui sotto.

2 pensiero su “Isabella Liberto”
  1. Ho acquistato e letto questo libro l’anno scorso, e mi ha letteralmente spezzato il cuore. Ho deciso di rileggerlo domenica scorsa, per la giornata nazionale contro il bullismo e il cyber bullismo, e le sensazioni sono state le stesse, se non addirittura più forti e intense. Il risultato è stato un bel pianto a fine lettura, proprio come pochi libri sanno donare.
    Angeli di pietra è un libro troppo importante per lasciare che nessuno ne conosca i contenuti, davvero tutti dovrebbero leggerlo e fare i conti con la propria coscienza.
    Sono rimasta molto stupita nel vedere che il libro non aveva vinto il concorso “1 Giallo x 1000” e che addirittura non compariva nemmeno nella top10, mi sembrava una cosa impossibile, pensavo che dopo la delusione di aver visto La stanza 123 solo al secondo posto in classifica l’anno scorso, quest’anno avrebbe finalmente trionfato la giustizia. Poi ho visto che Isabella aveva ritirato il libro dalla gara… Non ho capito la sua scelta, anche perché sono certa al mille percento che avrebbe vinto, dato che era il migliore, ma sono sicura che avrà avuto le sue buone ragioni.
    A Isabella auguro il meglio, e soprattutto che questo libro meraviglioso venga letto da tantissime persone, magari anche nelle scuole, lo consiglierei proprio come testo scolastico obbligatorio.

  2. Ho letto il libro tutto d’un fiato. È uno dei libri più belli ed avvincenti che abbia mai letto, la storia è intensa e piena di colpi di scena. Il finale mi ha scioccato per quanto era incredibile. Non ha nulla da invidiare ai grandi romanzi internazionali. Sono molto fiero di mia sorella 🙂

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