Oggi presentiamo il libro di Chiara Viotti e Francesco Viotti, “Un berretto di panno blu” pubblicato dalla 0111 Edizioni il 29 maggio 2020.

Allora Chiara parliamo un po’ del tuo libro, spiegaci di cosa tratta:

Un berretto di panno blu è il racconto della storia di vita di mio nonno Francesco Viotti durante la Seconda Guerra Mondiale. In quegli anni mio nonno Francesco era partigiano e quando aveva 19 anni è stato catturato dalle milizie tedesche, durante un rastrellamento avvenuto a Vernazza, e deportato in Germania. Qui è stato obbligato ai lavori forzati prima in un campo di lavoro e poi in un carcere, è poi riuscito a fuggire dalla Germania ma ha trovato un nuovo calvario in Francia. Infine dopo due anni di lavori, guerra e pellegrinaggio è riuscito a tornare in Italia a piedi. L’unicità del libro tuttavia non è tanto data da quello che ha patito durante la guerra, che intendiamoci sono delle brutalità sconvolgenti, ma da come descrive tutto attraverso gli occhi di un giovane diciannovenne italiano allergico alle regole e desideroso di vivere e di non perdere mai la speranza.

Come è nata l’idea di pubblicarlo? Hai dovuto lavorare molto per riscriverlo?

Ho pubblicato il libro solo perché me lo chiese mio nonno. Ho deciso di esaurire un suo desiderio, altrimenti non mi sarei lanciata in una impresa tanto personale come quella di pubblicare un libro autobiografico senza il consenso del suo autore. Penso che il suo desiderio fosse quello di lasciare la sua testimonianza per non dimenticare. E leggendo il libro è chiaro quanto fosse importante pubblicarlo. Ho impiegato circa un anno a riscrivere al mio computer il manoscritto. Mio nonno infatti  mi aveva lasciato tutto scritto a matita su fogli di quaderno sparsi, ed è stato mio compito quello di risistemarli e riscriverli, senza però omettere o modificare alcuna parola. Ecco sì questo vorrei precisarlo, ogni parola, virgola e lettera del libro sono frutto di mio nonno. Io mi sono limitata a scrivere la prefazione, la quarta di copertina, la biografia e a scegliere l’immagine di copertina (ritraente un quadro dipinto da mio nonno Francesco).

Perché è importante leggerlo?

È importante leggere “Un berretto di panno blu” perché è fondamentale tenere sempre a mente quello che c’è stato nel nostro passato di popolo italiano. Le brutalità a cui è stato esposto un diciannovenne giovane e inesperto come lui devono essere conosciute e ricordate, perché solo così si può davvero dare il giusto peso alla storia di uno, ma in realtà di milioni di persone sottoposte allo stesso calvario. È necessario leggere e informarsi di quello che c’è stato per evitare futuri errori, ma soprattutto per conoscere e, perché no, anche per immedesimarsi e chiedersi cosa sarebbe successo a noi in una circostanza similare. Situazione scomoda, lo capisco, ma doverosa per non dimenticare.

Raccontaci in breve chi era Francesco Viotti? Ti ha mai parlato delle sue esperienze di guerra quando era in vita?

Francesco Viotti era nato a Genova il 16 aprile 1923, di professione era impiegato all’ufficio tecnico presso la Costa Armatori di Genova, ma in realtà il suo spirito era quello di un artista irrequieto. È stato infatti pittore di immenso talento, la sua visione della vita era perfettamente espressa nei suoi quadri ricchi di colori e personaggi fantastici. Definirei mio nonno un eterno Peter Pan, che viveva in uno suo mondo fantastico inaccessibile agli altri. Quando era in vita mi ha raccontato solo alcuni episodi di guerra, sempre e solo quelli meno gravi e più leggeri, e leggendo il suo libro ho capito il motivo del suo quasi eterno silenzio. Dopo tutto come si fa a prendere in braccio una nipote e a raccontarle viso a viso le atrocità vissute durante la guerra? Penso che la sua richiesta di pubblicare il libro anziché di raccontarmi la sua esperienza sia stata la via più giusta per farmelo conoscere.

Ricordiamo ai nostri lettori che Chiara Viotti ha pubblicato di recente un altro romanzo con noi, finalista alla Terza Edizione del Premio “1 Giallo x 1000”. Di seguito elenchiamo il titolo, così che possiate trovarlo facilmente:

La vedova ombra

La vedova ombra è il secondo libro scritto sempre da mio Nonno Francesco Viotti. A differenza del primo questo non è autobiografico ma è un racconto noir-giallo che  mantiene le tinte di scrittura poco regolari caratterizzanti il suo autore.

Ecco alcuni link d’acquisto utili per reperire il libro, sia in formato cartaceo che ebook, segnalando come sempre il nostro store online La banda del book che offre uno sconto sulla versione cartacea.

La banda del book

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Bene cara Chiara vuoi segnalarci dei contatti social in cui i nostri lettori possono seguirti e contattarti?

Ho creato due pagine Facebook, Un berretto di panno blu, e La vedova ombra dove regolarmente pubblico aggiornamenti e foto riguardanti i libri scritti da mio nonno e da me pubblicati. Sulle pagine è possibile trovare gli eventi, le presentazioni, ma anche estratti dal libro e immagini inedite di mio nonno, del manoscritto e dei documenti della Seconda guerra mondiale.. Ho inoltre creato il medesimo account su Instagram contenente tutti i dettagli e le novità di entrambi i libri.

Di seguito segnaliamo anche il link per il video con la lettura interpretata di una parte del libroUn berretto di panno blu”.

Ringraziamo Chiara per essere stata con noi e averci presentato il suo libro “Un berretto di panno blu”.

Per leggere un’anteprima di “Un berretto di panno blu”, clicca sul link in basso.

3 pensiero su “Chiara Viotti”
  1. Ho letto il libro mi è piaciuto molto, ti trovi immerso in un atmosfera a tratti da da favola a tratti da incubo! Ho sentito di camminare con lui tra i boschi di mangiare la sua zuppa ,di sentire il freddo nelle ossa …e con lui ho guardato il cielo stellato ed ho sentito la speranza ….
    Lo consiglio a tutti…. per non dimenticare!!!!!

  2. Salve signorina Viotti.. complimenti per intervista e stata davvero brava ma soprattutto molto diretta nel illustrare il libro di suo nonno!!

  3. Ho letto questo libro tutto d’un fiato, è bellissimo come l’autore sia riuscito a raccontare questa esperienza a 360 gradi, con dettagli raccapriccianti che spesso l’hanno contraddistinta ma lasciando anche spazio ai sentimenti e talvolta a dei divertiti sorrisi. Un grazie a Chiara che ha fatto sì che questa testimonianza non andasse perduta.

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