Oggi presentiamo il libro di Rodolfo Nicodemi, “Duccio Mucciarelli”. Romance Storico.  Finalista alla Prima Edizione del Premio “1 Romanzo x 1000”  pubblicato dalla 0111 Edizioni il 24 novembre 2023.

Trama del libro: In una notte di marzo del 2004, in una famosa clinica di Varese, si incontrarono due sconosciuti: Duccio Mucciarelli, un uomo molto anziano dal brevissimo, incerto futuro e la giovane infermiera Marina Stefanini. Quella notte, Duccio confidò a Marina i suoi segreti di uomo contraddittorio, come i nomi che si alternarono, combattendosi, accanto a quel suo cognome, così dolce, da evocare nel suono certi dolcetti di Siena, che profumano di mandorle e vaniglia. Per gran parte della sua vita e per quasi tutti era stato Edoardo: lo scorbutico, volitivo Edoardo, che dava del tu al denaro e che incuteva rispetto e timore. In famiglia, invece, era Duccio, un retaggio della sua lontana infanzia. Duccio pagherà la lunga lotta con Edoardo, trascorrendo gli ultimi anni in solitudine. Dal suo racconto, Marina trarrà l’immagine riflessa di un Novecento privato. I due si saluteranno alle prime luci del giorno seguente, ma il loro incontro avrà un imprevedibile seguito.

Allora, Rodolfo, raccontaci qualcosa di te, chi è Rodolfo nel quotidiano?

C’è stato un quotidiano lavorativo, impegnativo, ma anche molto appassionante. Non mi sono (quasi) mai annoiato; quando è successo, non ho mai avuto paura di cambiare. Ho iniziato come ingegnere, ma non mi piaceva e sono diventato un uomo di vendita e un “markettaro” accanito. Una fatale attrazione per le sfide, un rapporto molto caldo con i colleghi e il sostegno di trenta Marlboro al giorno sono state le costanti di quegli anni. Quando il lavoro è finito tutto è cambiato, ho finalmente molto tempo per i miei affetti e le mie tante passioni. La mia stupenda famiglia, le lunghe passeggiate con il mio adorato Zen (il mio sesto pastore tedesco), i pochi affezionati amici e molta musica riempiono i miei giorni. Ogni tanto, per cambiare cielo, ci sono le pigre vacanze nella mia casetta in Liguria e qualche viaggio in affascinanti città.

Poi hai cominciato a scrivere, quando è successo?

Non subito. Quando sono arrivati i giorni bui del Covid, ho pensato che sarebbe stato bello condividere ricordi più felici con le persone che amo. Come tanti, ho iniziato a metterli per iscritto; credevo di conoscere bene il mio passato, raccontarlo sarebbe stata una piacevole passeggiata. Invece, man mano che procedevo, ho scoperto che dover spiegare ti obbliga a riflettere. Quello che scrivi non è più quello che credevi di ricordare, con lo sguardo lungo del tempo molto è cambiato. Scrivere è la mia nuova passione; per la disperazione di mia moglie passo ogni giorno ore alla scrivania.

Allora Rodolfo, parliamo un po’ del tuo libro.

Duccio Mucciarelli è un libro di estremi che si inseguono senza mai toccarsi. Una romantica storia d’amore nell’incombente cruda realtà della storia, l’inspiegabile simpatia di una giovane ragazza per un vecchio morituro, una storia lunga un secolo raccontata in una sola notte, la paciosa Toscana e la vitalità della Londra degli anni trenta, famiglie patriarcali attraversate da continui conflitti. Perfino il protagonista ha due nomi in perenne lotta tra loro. Solo alla fine gli opposti troveranno una composizione nella complessa personalità del protagonista. 

Spiegaci qualcosa della trama.

La storia si svolge nella notte del 24 marzo del 2004, nella camera di un’elegante clinica di Varese, ma alla giovane infermiera Marina servirà più tempo per comprendere il legame d’affetto che in poche ore si è creato tra lei ed Edoardo Mucciarelli, il paziente della 308. Qual è la vera ragione che ha spinto un uomo riservato e difficile a confidare proprio a lei, sconosciuta ragazza della Lunigiana, le vicende più intime della sua lunghissima vita? Soprattutto chi è l’enigmatico Mucciarelli?  Difficile mettere a fuoco la sua personalità. È stato il sentimentale Duccio, che non ha mai dimenticato Nerina, il suo primo grande amore, o Edoardo, il brillante uomo d’affari incapace di instaurare un rapporto d’affetto con chi gli è stato accanto?  La risposta è nelle ultime pagine, ma la chiave di lettura del libro è già nel sottotitolo: “Il 900 privato di un reazionario sentimentale”.

Quello stonato “reazionario sentimentale” definisce la personalità del Mucciarelli. Proprio come Marina, il lettore continuerà a chiedersi se “reazionario” è il sostantivo e “sentimentale” l’aggettivo, o viceversa. Ma nel romanzo non c’è solo la vita di un uomo, il ‘900 è il secondo grande protagonista. Racchiuse come in una parentesi tra i versi di una poesia di una delicata poetessa di Arcola e accompagnate della melodia di “Reginella”, le vicende personali di Duccio ci raccontano un ‘900 in rapida evoluzione. Quello che per molte pagine è solo uno sfondo discreto, si rivela l’incombente regista della vita di Duccio.  Sarebbe, però, sbagliato definirlo un figlio del suo tempo; nella storia dell’uomo i “Duccio Mucciarelli” sono rari e sempre attuali.

Come ti è venuta l’idea?

Mio padre Bruno era uno di questi. Il libro è dedicato a lui, ma, anche se gli somiglia molto, Duccio non è mio padre. Se a tratti si confondono è solo colpa della mia immaginazione: cade sempre poco lontano dall’albero dei miei ricordi. La copertina del libro ne è una conferma. È una cartolina degli anni ’50, mostra la spiaggia di Marina di Massa e, sullo sfondo, un verdissimo Montemarcello, i luoghi dell’amore tra Duccio e Nerina, ma anche delle mie lontane vacanze.

Perché alternare due nomi a fianco del cognome del protagonista?

Ho un nome di origine germanica e un cognome di origine greca, raro, ma con una certa concentrazione nel massese. Cercavo un modo semplice per ricordare in continuazione al lettore le contrastanti personalità del protagonista. Nel romanzo nomen omen, nel nome è racchiuso il destino di chi lo porta.

Che cosa ti ha spinto a condividere il tuo libro con un pubblico più vasto?

È la prima volta che pubblico un libro, come i quattro precedenti anche questo doveva rimanere privato. A farmi cambiare idea è stata una concatenazione di fatti così incredibile, da sembrare un segno del destino, poi ho intravvisto una nuova sfida nelle inedite vesti di un concorso letterario e non ho resistito.

Se Duccio Mucciarelli fosse un film?

Sarebbe proprio come l’ho pensato. Un film ricco di musica con un’alternanza di immagini dai colori contrastanti e seppia, fino a quella finale: sulle note di “Reginella”, un vecchio dai lineamenti virili e decisi, il Massimo Girotti della “Finestra di fronte” per intenderci, contempla la sconfinata pianura del suo passato, mentre sullo schermo appaiono i versi commoventi di una poetessa quasi sconosciuta che celebrano la vittoria della vita sulla morte.

Di seguito indichiamo alcuni link d’acquisto utili per reperire il libro, sia in formato cartaceo che ebook.

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Ringraziamo Rodolfo per essere stato con noi e averci presentato il suo libro Duccio Mucciarelli”.

Leggi il libro ascoltando questo brano

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