Oggi presentiamo il libro di Francesco Grasso, “L’armata degli elefanti”. Avventura Storico. Finalista alla Prima Edizione del Premio “1 Romanzo x 1000” pubblicato dalla 0111 Edizioni il 29 marzo 2024.
Trama del libro. Questa è la storia di come Tifone figlio di Astreo, capobranco degli elefanti dell’esercito d’Epiro, venne imbarcato su una triere, condotto in Apulia a combattere le legioni romane, e poi in Sicilia contro gli eserciti cartaginesi. È la storia di Pirro, re e guerriero, che sognava di raggiungere la gloria ed emulare Alessandro Magno, e che fece tremare Roma sui campi di battaglia. È la storia di Cinea, retore e filosofo, che tentò invano di portare pace tra le città-stato della Magna Grecia e l’Urbe. Ed è la storia di Dafne, figlia del più talentuoso ceramista di Taranto, che scoprì come la guerra non risparmi le fanciulle e che anche lei, come la creta dei vasi di suo padre, per farsi tenace contro le ingiurie del mondo, doveva rassegnarsi ad affrontare il fuoco.
Allora Francesco, parliamo un po’ del tuo libro, spiegaci com’è nata l’idea per questa storia e svelaci alcune curiosità legate alla trama.
Premetto che “L’armata degli elefanti” è il mio settimo romanzo storico. Da quando ho iniziato a scrivere opere di questo genere letterario, ho sempre voluto raccontare trascorsi del nostro Paese, in particolare vicende legate alla Sicilia, che è la mia regione di nascita e che possiede – com’è noto – un passato straordinariamente letterario. Quanto alla decisione di parlare di Pirro, non molti sanno che il re d’Epiro, dopo aver affrontato le legioni romane, combatté per anni contro i cartaginesi in Sicilia, scacciandoli quasi completamente dall’isola. L’esercito di Pirro, elefanti compresi, rappresentava una minaccia così seria che i nemici giurati Roma e Cartagine, per la prima e unica volta nella storia, si allearono per fronteggiarlo…
Tuttavia, non volendo firmare un romanzo storico troppo tradizionale, questa volta ho scelto un protagonista sui generis. Non che un animale come voce narrante rappresenti una novità in letteratura, basti pensare ai lupi di Jack London o ai maiali della fattoria di Orwell. Nella narrativa storica, però, quest’approccio è piuttosto originale, e mi ha concesso di esprimere, col necessario distacco e libertà di pensiero, considerazioni disincantate e a volte provocatorie sulla società umana (“dei due zampe”, direbbe Tifone). Il mio protagonista, difatti, osserva gli eventi e giudica dall’esterno i paradossi, le assurdità, le ipocrisie che governano, in pace e soprattutto in guerra, le azioni della nostra specie. Talvolta ne ride, più spesso ne prova vergogna. Come dovremmo fare anche noi, forse.
Hai dovuto lavorare molto per scriverlo, fare ricerche o informarti per questioni più tecniche?
“L’armata degli elefanti”, come del resto i miei precedenti romanzi, è un’opera di narrativa e non un saggio di storia. Ciò non toglie che scriverlo abbia richiesto studi e approfondimenti.Molti pensano che, nell’era di Google e di ChatGPT, le ricerche su internet siano una passeggiata, e che senza sudare si possano raccogliere in rete tutte le informazioni necessarie per imbastire una trama storico-letteraria verosimile. In realtà non è così. Giusto per fare un esempio, ho potuto scoprire e correggere un’inesattezza geografica, sfuggita nella prima stesura del romanzo, solo quando ho visitato di persona i resti dell’antica fortezza cartaginese di Mozia (luogo suggestivo, tra le saline nei pressi di Marsala, che consiglio caldamente ai turisti).
Devo anche ammettere che le ricerche più strane e divertenti che mi hanno impegnato durante la revisione del romanzo vertevano sui costumi sessuali dei pachidermi (ehm…), sul periodo di estro e sulla durata della gravidanza delle elefantesse. Prima che vi culliate in false aspettative, vi assicuro che il romanzo non è un hard-core!
L’idea del titolo com’è nata?
Be’, si tratta di una diretta conseguenza della scelta di Tifone come io narrante della vicenda. Ho notato però che la prima reazione di chiunque ascolti il titolo è l’inevitabile commento: “Francesco, hai scritto un romanzo su Annibale?”. Insomma, tutti ricordano il pugno di elefanti con cui il Barca traversò le Alpi (peraltro perdendoli quasi tutti nell’impresa), ma pochi rammentano che, più di sessant’anni prima, Pirro aveva già condotto in Italia ventidue elefanti da guerra, terrorizzando i legionari che non li avevano mai visti (tant’è che, non sapendo come chiamarli, li battezzarono “buoi lucani”).
Spero che il romanzo, nel suo piccolo, possa contribuire a far conoscere meglio questa pagina di storia, di cui a scuola si studia solo e soltanto il punto di vista romano: per dirne una, chi passeggi presso il Parco degli Acquedotti della capitale può imbattersi in vie titolate a Fabrizio Luscino, Lucio Sestio, Curio Dentato, Appio Claudio, Decio Mure, tutti patrizi romani che combatterono Pirro e che sono citati nel mio romanzo, ma in nessun modo può trovare una via dedicata al re d’Epiro. Una damnatio memoriae toponomastica, insomma. Non è bello.
Raccontaci in breve qualcosa di te, chi è Francesco Grasso nel quotidiano?
Nel quotidiano sono un pingue (non per nulla mi chiamo Grasso) cittadino romano sulla cinquantina (cinquantasette trattabili, direbbe qualcuno…). Sono un ingegnere elettronico pentito, tristemente impiegato nella pubblica amministrazione, ove mi occupo di progetti ICT, innovazione dei servizi pubblici, evoluzione digitale dei sistemi informatici e tante altre amenità con cui non vi annoio. Ho una figlia grande già laureata (in psicologia) e un figlio maschio più piccolo. Amo i viaggi, la lettura, i gatti, il cinema, i fumetti, la satira, la buona cucina (vedi il pingue di prima, sigh!). Detesto il calcio, il gossip, i reality, i centri commerciali e soprattutto l’IKEA alla domenica pomeriggio. Le mie inclinazioni politiche sono… Lasciamo perdere, niente turpiloquio in quest’intervista.
Ricordiamo ai nostri lettori che Francesco Grasso ha pubblicato altri romanzi con noi, di seguito elenchiamo i titoli, così che possiate trovarli facilmente:
“I due leoni” (2016, primo volume della saga dei normanni in Italia).
“La versione del Guiscardo” (2018, secondo volume della medesima saga).
Di seguito indichiamo alcuni link d’acquisto utili per reperire il libro, sia in formato cartaceo che ebook.
Bene caro Francesco, vuoi segnalarci dei contatti social in cui i nostri lettori possono seguirti e contattarti?
Detta così sembra un invito esplicito allo stalking! Comunque, visto che in quest’epoca social a non voler essere seguiti si rischia l’accusa di snobismo, informo che sono molto attivo su Facebook e che ho un canale YouTube, dove potete trovare anche mie piccole clip video, confezionate come ricette di scrittura (ad esempio qui). Rispondo praticamente a tutti, ovviamente coi tempi dettati dalla mia proverbiale pigrizia. Per chi volesse informazioni sui miei romanzi storici, nonché sulle presentazioni letterarie e gli altri eventi più o meno culturali in cui vengo coinvolto, suggerisco l’iscrizione alla pagina FB. Concludo ringraziando per la pazienza e l’attenzione.
Ringraziamo Francesco per essere stato con noi in questa simpatica intervista, e averci presentato il suo libro “L’armata degli elefanti”.