Oggi presentiamo il libro di Adriana Barattelli, “Morte all’abbazia: l’eredità del santo” pubblicato dalla 0111 Edizioni in data 20 dicembre 2019 e Finalista alla Seconda Edizione del Premio “1 Giallo x 1000”.

Trama: Un’altra indagine per l’ex-zitella torinese Adriana Barbieri e per il suo sanguigno fidanzato, il commissario Pietro Leone. La nuova inchiesta riguarda la scomparsa di un importante codice medievale che stava per soppiantare i ben noti Placiti Cassinesi come primo scritto in italiano volgare. La tranquillità e la monotonia del paesino umbro e dell’abbazia dove era stato rinvenuto il testo, vengono turbati dalla sparizione e dalla morte di due frati, insieme a inspiegabili miracoli, nonché a strani rapporti esistenti tra alcuni prelati, un ricco possidente e una smunta ragazzina. Il testo potrebbe nascondere anche una preziosa eredità per chi riuscirà a decifrarlo. L’appendix della Confessio eutiziana – questo il nome del manoscritto sottratto – nasconde dei segreti che Adriana, Pietro e tutta la truppa del commissario capo Vespa vogliono assolutamente svelare e che li porterà dentro paesaggi, storie, tradizioni, ma soprattutto delitti nel cuore della religiosissima e quieta Umbria.

Allora Adriana parliamo un po’ del tuo libro, spiegaci com’è nata l’idea per questa storia e svelaci alcune curiosità legate alla trama.

In realtà il libro l’ho scritto quasi di getto. Avevo alcune idee che mi frullavano in testa già da un po’ di tempo, poi quel cataclisma disumano che è stato il terremoto del 2016, mi ha convinto che dovesse esserci un modo per continuare a far vivere  quelle parti, cercando di andare oltre la desolazione che ormai sembrava avvolgere tutti quei luoghi. Ho voluto quindi descriverli così, come li ricordavo e come pensavo che sarebbero rimasti per sempre. Mi è sembrato anche di rendere un giusto omaggio a tutta la gente del posto, che ha ormai imparato a rimboccarsi le maniche e andare avanti dopo ogni catastrofe. C’è poi da dire che, come hanno già fatto  scrittori molto più bravi di me … Beh, è veramente troppo intrigante far morire dei frati! Raccontare come anche in luoghi che dovrebbero ispirare i pensieri più alti e sublimi, il delitto attecchisca  è irresistibile . Lo ammetto, non ho saputo trattenermi!

La storia si snoda tra l’abbazia di S. Eutizio, a pochi chilometri da Norcia e il piccolo paese di Piedivalle. Inizia con la scomparsa di un prezioso codice medievale che stava per essere presentato come il primo esempio di volgare e che come tale era destinato a portare benessere e stabilità in quelle sperdute vallate. Al filone principale si allacciano anche altre situazioni particolari, come dei presunti miracoli di cui è oggetto una bambina del paese, o delle piccole faide tra diversi gruppi di monaci. A questa situazione già notevolmente ingarbugliata si aggiungono  anche le vicissitudini personali dei protagonisti: un’agguerrita ex zitella torinese e il suo vulcanico e sanguigno fidanzato, nonché commissario di pubblica sicurezza.  

Come ho già detto il difficile non è stato scriverlo, ma limarlo e renderlo il più coerente e snello possibile. Ho dovuto lavorare molto smussando, eliminando, accennando solamente quelli che all’inizio erano dei piccoli trattati su questo o quell’argomento.  

Hai dovuto lavorare molto per scriverlo, fare ricerche o informarti per questioni più tecniche?

Ho fatto delle ricerche legate ai vari santi Umbri e alla storia dell’abbazia in particolare. Fortunatamente oggi si può trovare praticamente tutto su internet. In aggiunta sono stata molto fortunata perché la figlia di una mia carissima amica (che è diventata anche uno dei personaggi) aveva portato come tesi di laurea proprio il codice che ha ispirato il libro: La Confessio eutiziana.  Ho avuto quindi materiale a iosa e  mi è piaciuto molto leggere tutte le storie legate a quel periodo e ai monaci. In effetti con tutti gli appunti che ho ricavato avrei potuto scrivere almeno un altro paio di libri, magari che raccontassero la storia e le lotte interne tra benedettini e francescani, o magari tra questi e i domenicani. Come ho detto il materiale è praticamente infinito e non è detto che non lo usi per qualche altro racconto. Dopo aver scandagliato al microscopio la vita di  Benedetto e di Francesco mi sono appassionata ai santi più vicini al mio territorio, che ho scoperto essere un po’ i precursori del patrono d’Europa.

L’idea del titolo com’è nata?

Sono molto legata all’Abbazia di S. Eutizio e doveva esserci per forza anche nel titolo.

Devo dire che da quel maledetto 2016 l’Umbria si trova, ancora oggi purtroppo, in uno stato di limbo: tutto è   fermo, bloccato e soprattutto distrutto. La fantastica abbazia che è il centro del racconto non esiste più, crollata sotto il peso del campanile che l’ha completamente rasa al suolo, un po’ come avvenuto per la Chiesa di S. Benedetto a Norcia: semplicemente non ci sono più! Questo mi ha fatto nascere il desiderio di raccontarle come ultimo omaggio a luoghi e persone veramente importanti.

Raccontaci in breve qualcosa di te, chi è Adriana nel quotidiano?

Semplicemente una… maestra per caso!

Diciamo che la mia esistenza, come quella di molti, ha subito diversi cambi di direzione, a volte bruschi e repentini, a volte dolci e meditati. Ho cominciato sperando di diventare una filologa, poi mi sono riconvertita come semplice impiegata in una multinazionale americana, fino ad arrivare ad essere un’arrembante donna in carriera. La maternità mi ha portato a cambiare totalmente la mia vita, non solo professionale, e sfruttando il secondo diploma preso quasi per scommessa, mi sono ritrovata a fare il lavoro più bello del mondo (almeno per me), ossia la maestra. Un malanno esterno, un aneurisma subaracnoideo, mi ha fatto capire che bisogna trovare sempre il tempo per i propri sogni, anche e soprattutto per quelli che neanche sappiamo di avere. Così da lettrice compulsiva sono diventata una scrittrice altrettanto compulsiva e in meno di tre anni ho scritto quattro gialli e sto raccogliendo materiale per il quinto.

Di seguito indichiamo alcuni link d’acquisto utili per reperire il libro, sia in formato cartaceo che ebook, segnalando come sempre il nostro store online La banda del book che offre uno sconto sulla versione cartacea.

La banda del book

Amazon

Ibs

Bene cara Adriana vuoi segnalarci dei contatti social in cui i nostri lettori possono seguirti e contattarti?

Su Facebook “Adriana Barattelli” e nelle pagine “Morte all’abbazia: l’eredità del santo” .

Ringraziamo Adriana per essere stata con noi e averci presentato il suo libro “Morte all’Abbazia – L’eredità del santo”.

Per leggere un’anteprima di “Morte all’Abbazia – L’eredità del santo”, clicca qui sotto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *