Oggi presentiamo il libro di Alessandro Cuppini, “Il CongressoFinalista alla Quarta Edizione del Premio “1 Giallo x 1000”, pubblicato dalla 0111 Edizioni il 30 giugno 2022.

Trama del libro: Il responsabile commerciale in India di una grande società italiana, partecipando a un Congresso medico a Delhi, viene in contatto con scienziati e importanti personalità nel campo della nefrologia. Uno di questi è il chiacchieratissimo professor Staunton, un luminare della chirurgia del rene ma anche un abile imprenditore sempre in caccia di finanziamenti per le sue ambiziose ricerche. Invidia? Maldicenza? Forse, ma qualcosa di sospetto si nasconde dietro l’apparente limpidezza della figura di scienziato. Mentre espone una sua relazione, un convegnista viene assassinato…

Allora Alessandro, parliamo un po’ del tuo libro, spiegaci com’è nata l’idea per questa storia e svelaci alcune curiosità legate alla trama:

Durante la mia vita lavorativa ho avuto l’opportunità, e il privilegio dal mio punto di vista, di vivere in India per lunghi periodi, dagli anni ’80 del secolo  scorso fino al primo decennio di questo. All’India nessuno può restare indifferente: o la respingi o ti senti irresistibilmente attratto. A me è capitata la seconda opzione. L’India, i suoi riti, i suoi a volte amari o tragici contrasti mi hanno affascinato e mi sono impegnato per cercare di comprenderli, senza mai riuscirci fino in fondo. E questo è uno degli elementi di seduzione del Paese, che è diventato molte volte il luogo e l’ambiente dei miei racconti e romanzi. È il caso del mio romanzo “Il Congresso”, ambientato appunto in un albergo e nella città di Delhi. Molti dei personaggi che intervengono nel romanzo li ho incontrati veramente, a partire dal commissario Kavi, al mio cuoco Shadshiva, a Sunil il guardiano e ad altri.

Hai dovuto lavorare molto per scriverlo, fare ricerche o informarti per questioni più tecniche?

No, molti dettagli e tecnicità vengono dai miei ricordi degli anni di lavoro.

L’idea del titolo com’è nata?

Non amo i titoli complicati, come quelli, ad esempio, di Carver che in questo è un maestro. Un titolo come i suoi “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” o “Vuoi star zitta per favore?” mi paiono artifici per attirare il lettore. Il che non è di per sé biasimevole, ma io sono banalmente per la semplicità. Sullo stile di Grisham, insomma.

Raccontaci in breve qualcosa di te, chi è Alessandro nel quotidiano?

Mi è sempre piaciuto viaggiare. Pur avendo acquisito una buona tecnica, ho smesso presto di far fotografie e, quando vedevo qualcosa che meritava di essere ricordato, mi fermavo un istante per cercare di imprimerlo nella memoria, si trattasse di un panorama, del volto di una donna, delle lacrime di un vecchio, del sorriso di un bambino. Si accumulavano così nella testa immagini, assieme al fascino di possedere l’intangibile, l’immateriale, che non può essere mai perduto. Le storie che racconto, perciò, sono tutte lì, nella memoria, accumulate in anni di osservazioni, e aspettano solo di essere trasportate su carta.

Dei paesi che ho visitato sono sempre stato attirato dagli aspetti sociali, che poi cerco di trasferire in quello che scrivo. Delle persone che incontro cerco di capire i motivi dei comportamenti, anche se è la cosa più difficile al mondo.

Ho cominciato a scrivere racconti e romanzi una quindicina di anni fa; prima, se si escludono testi tecnici, mi ero dedicato agli scacchi, pubblicando articoli e un paio di libri di analisi e di studi.

Un tempo partecipavo parecchio a Concorsi e premi letterari: serviva a conoscere persone e ambienti nuovi. Per esempio la RAI, della quale ho vinto il Premio Venaria Real Fiction. Dal testo, che avevo trasformato in copione, si sarebbe dovuto trarre la sceneggiatura di una fiction da parte della RAI assieme a Cinema Piemonte, progetto poi tramontato per una modifica del palinsesto.

Oggi sono un pensionato che divide il tempo a disposizione tra la scrittura e il tennis, e partecipa a Concorsi il cui premio è la pubblicazione: è questo il caso de Il Congresso e Zerounoundici Edizioni.

Collaboro con alcune riviste e periodici e, recentemente, mi sono dedicato ad una passione nuova: il teatro. Scrivo testi e collaboro con una Compagnia Teatrale per la loro messa in scena. Scrivere è generalmente un’attività solitaria, ma scrivere per il teatro obbliga ad un confronto continuo con regista, attori e tecnici di scena, il che è molto stimolante.

Di seguito indichiamo alcuni link d’acquisto utili per reperire il libro, sia in formato cartaceo che ebook.

Amazon

Ibs

Feltrinelli

Bene caro Alessandro vuoi segnalarci dei contatti social in cui i nostri lettori possono seguirti e contattarti?

Volentieri, segnalo la mia mail: sandro.cuppini@gmail.com

Ringraziamo Alessandro per essere stato con noi e averci presentato il suo libro “Il Congresso”.

Per leggere un’anteprima del libro “Il Congresso”, clicca qui:

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